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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Mascheroni apotropaici

 Le maschere apotropaiche (= dal greco allontanare), le troviamo in tantissime culture e a tutte le latitudini. Sono un retaggio pagano sopravvissuto fino agli inizi del Novecento, quando era ancora uso comune porre sull'architrave dei portali o su finestre e balconi queste figure, testimonianze antichissime ricche di simboli e significato.  La loro funzione magica è sempre la stessa, allontanare gli spiriti maligni e gli sguardi invidiosi. Queste raffigurazioni fungevano da guardiani e da barriera verso gli spiriti negativi e quindi proteggevano le case e i suoi abitanti. Le maschere apotropaiche di solito rappresentevano Gorgoni, Satiri, Sileni, divinità, oppure maschere del teatro greco spesso sdendati, con la lingua di fuori o cornuti.  Oltre alle maschere apotropaiche esistono anche oggetti, talismani, amuleti con la stessa funzione, ma questo discorso lo approfondiremo un' altra volta. L.G.

La Grotta dell'Eremita

Tra i luoghi avvolti ancora nel mistero, merita una visita la Grotta dell'Eremita. La grotta si trova in località Trina del Monte, nel pittoresco borgo di San Salvatore a Vico Equense.  Nella parete rocciosa, un po' nascosta dalla rigogliosa macchia mediterranea, vi è un antro, dove si narra sia vissuto un eremita. Un luogo ideale per un mistico, qui la natura è ricca ed incontaminata, la cui quiete è interrotta solo dal melodioso canto degli uccelli. Da questo punto si gode un panorama mozzafiato sulla Penisola e sul Golfo. L'eremita in questione, si chiamava Antonio Vanacore ed è vissuto tra fine Ottocento e metà Novecento. Si narra che nonostante avesse una casa di sua proprietà, lui preferisse la vita ascetica nella grotta di Trina del Monte. Ci ha lasciato un bellissimo segno della sua presenza scolpendo nella roccia la Sacra Famiglia: la Madonna con in braccio Gesù Bambino e San Giuseppe.  Fonte e Foto: Raffaele Di Palma foto del pannello maiolicato: dal web

le Sirene di Capri

 John William Waterhouse è considerato un pittore preraffaellita moderno, in quanto lavorò decenni dopo lo scioglimento della Confraternita dei Preraffaelliti. Come tanti artisti, anche lui innamorato dell'Italia. I suoi viaggi a Capri, i paesaggi e la cultura del posto, influenzarono molto le sue opere. Nella sua bellissima "The mermaid", fanno da sfondo il Faraglione di Fuori e il Faraglione di Mezzo. Anche la galleria nel Faraglione di mezzo è importante per la composizione, diviene simbolo di femminilità. Le gallerie, le grotte sono una costante dei quadri di quest'epoca che ritraggono creature femminili marine dalla sessualità forte, e al tempo stesso perversa e temibile. Waterhouse con le sue sirene creò un'icona del fascino delle donne e della Terra delle Sirene. Un secolo e mezzo dopo, i suoi quadri sono ancora nell'immaginario collettivo. La dimostrazione è la sirena Partenope di Milo Manara. La sua sirena è più audace, ma lo sfondo è sempre quello ma

Per non dimenticare

Domani corre l'anniversario del terribile terremoto di 40 anni fa! 90 terribili secondi che cambiarono le nostre vite. Si registrarono scosse fino al mattino del giorno succesivo! Per la nostra regione è una ferita ancora aperta, mai cicatrizzata. Il sisma causò 2914 (secondo le fonti più attendibili), 8848 feriti e 280.000 sfollati. Questa catastrofe non risparmiò la Penisola Sorrentina, dove il prezzo più alto fu pagato dal comune di Piano di Sorrento. Nella fascia costiera ci furono i maggiori danni: il crollo di Villa Fondi, di edifici in via Ripa di Cassano e via Cassano. Purtroppo si contarono 11 vittime. A loro e a tutte le vittime va il nostro pensiero e la nostra preghiera. Il giorno prima del terremoto invece, esattamente la notte tra il 22 e 23 Novembre, avvenne a Marina di Cassano una pesca miracolosa! Furono pescati oltre 150 kg di polpi. I pescatori raccontano che la pesca fu facilitata dal fatto che i cefalopodi, abbandonarono le loro tane per dirigersi in massa vers
Quella che vi racconto oggi, è una pagina triste della nostra storia, che risale all'ultima guerra mondiale. L a guerra non risparmiò neanche il nostro piccolo e tranquillo territorio. Quest'episodio avvenne nelle acque cristalline di Positano, dove l ungo la costa, vicino la torre di Fornillo, si ergevano due faraglioni. Queste rocce  per le loro dimensioni, furono chiamate  'Mamma'  quello più grande e  'Figlio'  quello piccolo .  Sul Faraglione Mamma nel 1941, i Positanesi  avevano murato  un pannello in ceramica vietrese con l’immagine della Madonna di Positano, a protezione della città e di coloro che andavano per mare. Ma il  2 febbraio 1943 avvenne qualcosa che cambiò il paesaggio della città verticale. Il sommergibile inglese  Safari , nascosto da tempo tra gli isolotti de 'Li Galli', tese un agguato a due navi   mercantili italiane, il   Salemi   ed il   Val Savoia , in viaggio da Napoli verso la Sicilia.  Le due navi affondandorono al largo di

La Grotta dei Sospiri a Piano di Sorrento

Per la storia di oggi, ci spostiamo nella Costa Sorrentina, esattamente tra la Marina di Cassano e il Golfo del Pecuriello. In questo tratto, sotto la proprietà "Il Pizzo" c'è una serie di grotte ed una di queste grotte è legata ad una tristissima storia d'amore. I protagonisti di questa storia, sono una bellissima ragazza di nome Lida e il suo fidanzato e promesso sposo Antonino. Antonino era un marinaio e un giorno dovette partire per un lungo viaggio, dopo il quale avrebbe sposato la sua amata. La fanciulla, ogni giorno si recava al Pizzo per scrutare l'orizzonte nell'attesa di Antonino. Passarono i mesi, ma la nave con Antonino non fece mai ritorno, furono dati tutti per dispersi. Lida continuò ad andare tutti i giorni a guardare il mare, finché dopo ormai tre anni di attesa, il giorno della festa della Madonna, si vestì da sposa, si recò in chiesa a pregare e poi si diresse per l'ultima volta verso la rupe. Proprio in quel momento ritornava a nuoto a

Il Cavaliere di Meta

 Ieri per paura che ci confinassero nei nostri comuni, ci siamo concessi una passeggiata alla marina di Meta. "Chiude" la ex cava della Conca lo scoglio del Cavaliere, ma sapete perché lo scoglio si chiama così? In realtà lo scoglio si chiama Scoglione ed era un grosso faraglione, parte di esso fu fatto saltare per creare un attracco più agevole ai pontoni che venivano a caricare pietre nella cava. Lo scoglio è però legato alla storia di un personaggio misterioso di Meta. Era un nobile uomo, un marchese in povertà, si chiamava Persichetti. Viveva da solo in un piccolo monazeno della marina, dove conservava vecchi cimeli di famiglia, una sciabola, un'armatura, qualche altro oggetto e una macchina fotografica. Veniva chiamato da tutti il Cavaliere. Campava aiutato dalla generosità dei pescatori e degli abitanti della marina. Era un uomo molto riservato, parlava poco e per cercare di ricambiare l'aiuto ricevuto raccoglieva il sale nella zona dietro lo Scoglione. Un gio

Ščedrin a Sorrento

Sil’vestr Feodosievič Ščedrin (in russo: Сильвестр Феодосиевич Щедрин) giunge in Italia da San Pietroburgo nel 1818. L'Accademia delle Belle Arti gli ha conferito una medaglia d'oro con diritto di soggiorno triennale in Italia. Ščedrin arriva a Napoli nel 1819, qui viene a contatto con la scuola di Posillipo e frequenta Van Pitloo, Palizzi e Il Gigante. Ama spostarsi tra il Golfo di Napoli e la Costiera Amalfitana, ma è a Sorrento che soggiorna spesso ed a Sorrento dedica un quarto delle sue opere. Ama imprimere nelle sue tele la luce, il mare, le rocce, gli scogli e le nuvole. È sempre a Sorrento che muore l'8 novembre 1830. Viene sepolto nella chiesa di San Vincenzo (ora scomparsa), oggi è nel cimitero cittadino. È il suo amico fraterno Samuil Galdberg e Peter Jacob Clodt, autore dei famosi cavalli del Ponte Anickov a Leningrado, copia dei quali si trova all'ingresso dei Giardini Reali di Napoli, ad erigere il monumento funebre. Nel fondo è dipinto un angelo a bracci

I guelfi e i ghibellini di Sorrento

Nei prossimi giorni gli abitanti di Sorrento sono chiamati al ballottaggio e nell'ultimo periodo si sente spesso dire che i due schieramenti in campo sembrano " i guelfi e i ghibellini". Inevitabilmente mi sono venuti alla mente i fatti del 1319. La nobiltà sorrentina era molto potente ed influente, tanto da ottenere diversi privilegi, oso dire che era anche molto "vivace". Nel gennaio del 1319 gli animi si accesero per via di inimicizie sorte a causa dell'amministrazione cittadina. I patrizi vennero alle armi e arrivarono ad una vera propria battaglia con morti e feriti. Per placare la sanguinosa rissa intervenne addirittura il vescovo con i paramenti sacri e la croce. Dopo questi violenti fatti, pare ci fu la scissione tra la nobiltà sorrentina e fu resa necessaria la costruzione di un nuovo Sedile, detto Domus Nova, poi Dominova. Liberata G. scritto prima del ballottaggio elezioni amministrative a Sorrento 2020 olio su tela di Duclère 'Il Sedil Domi

Il fantasma del Rivolo di Meta

Sono tante le case e le zone infestate dai fantasmi nella nostra Penisola, ma la storia che sto per raccontarvi è forse una delle più intriganti, la zona è ancora avvolta nel mistero e la proprietà ancora abbandonata nonostante la sua bellezza. Parliamo del fantasma del Rivolo di Meta. In tanti sostengono di aver visto il fantasma, delle strane luci o di aver sentito nella notte le urla strazianti di una donna. Questa storia è ambientata agli inizi del 1700, al tempo della congiura di Macchia. Questa rivolta coinvolse molti nobili napoletani e della Penisola Sorrentina che avevano pensato di ribaltare il governo vicespagnolo favorendo gli Asburgo d'Austria. La congiura fallì e sui cospiratori caddero condanne a morte e di esilio. Tra i congiurati vi era anche Antonio De Martino, appartenente ad una nobile famiglia di Meta, che fu condannato all'esilio. Antonio era legatissimo a sua sorella Elvira, da piccoli avevano perso i genitori ed erano cresciuti sostenendosi a vicenda. El