Sono tante le case e le zone infestate dai fantasmi nella nostra Penisola, ma la storia che sto per raccontarvi è forse una delle più intriganti, la zona è ancora avvolta nel mistero e la proprietà ancora abbandonata nonostante la sua bellezza. Parliamo del fantasma del Rivolo di Meta. In tanti sostengono di aver visto il fantasma, delle strane luci o di aver sentito nella notte le urla strazianti di una donna. Questa storia è ambientata agli inizi del 1700, al tempo della congiura di Macchia. Questa rivolta coinvolse molti nobili napoletani e della Penisola Sorrentina che avevano pensato di ribaltare il governo vicespagnolo favorendo gli Asburgo d'Austria. La congiura fallì e sui cospiratori caddero condanne a morte e di esilio. Tra i congiurati vi era anche Antonio De Martino, appartenente ad una nobile famiglia di Meta, che fu condannato all'esilio. Antonio era legatissimo a sua sorella Elvira, da piccoli avevano perso i genitori ed erano cresciuti sostenendosi a vicenda. Elvira ormai era rimasta sola, aveva parecchi pretendenti, tra cui un uomo ricco e dalla dubbia moralità, che lei rifiutò per sposare Pietro, un giovane dall'animo gentile. Il giovane ripudiato però non si arrese, giurò vendetta e vedere Elvira felice con un altro uomo, accese la sua malvagità. I due sposi comprarono una bella casa vicino al Rivo, la loro vita scorreva tranquilla anche se Elvira era sempre malinconica per la lontananza del suo amato fratello. All'improvviso la felicità di Pietro venne stravolta da alcune lettere anonime che accusavano la moglie di infedeltà. Pietro si fidava di Elvira, credeva nel suo amore anche se le accuse diventavano sempre più pesanti ed insistenti, finché un mattino uscendo dalla porta sul giardino, non trovò delle orme nel fango e un guanto da nobiluomo. Da quel momento ebbe la certezza che qualcuno si recava di nascosto nella sua abitazione. Trovò un'altra lettera che confermava la visita la notte precedente di un uomo dal lungo mantello nero intrufolatosi nella proprietà dal giardino. Questi dubbi e queste incertezze stavano sconvolgendo l'animo di Pietro portandolo alla follia. L'arrivo di una nuova lettera accesero ancor di più la sua pazzia e la sua rabbia. Nella lettera c'era scritto che se si fosse recato in fondo a via Rivolo, in una fenditura tra le pietre di tufo, avrebbe trovato le prove della colpevolezza di Elvira. Pietro si precipitò infondo al vicolo e in una fessura tra le erbacce trovò un piccolo biglietto piegato, riconobbe subito la grafia della moglie. Nel messaggio Elvira dettava le disposizioni per l'incontro del sabato successivo. Il destinatario del biglietto sarebbe giunto, come al solito, dalla porta del giardino, che Elvira avrebbe lasciato aperta, un lume acceso sul davanzale della finestra, sarebbe stato il segnale per farlo avanzare senza il pericolo di incontrare nessuno. Pietro tornò a casa senza farsi accorgere del suo turbamento e della sua ira. Quando giuse il sabato, propose una breve passeggiata alla moglie. Al ritorno dalla passeggiata, Pietro scelse una scorciatoia scoscesa e a picco sul burrone del Rivolo. Giunti nel punto più ripido gridò il suo odio e il suo disprezzo ad Elvira e con tanta violenza la spinse giù nel burrone. Dopo secondi di urla e gemiti strazianti si sentì un grande tonfo e più nulla. Dopo l'omicidio, Pietro corse verso casa con l'intento di scoprire e distruggere l'amante della moglie. Fu sconcertante la sorpresa nel constatare che l'uomo avvolto nel mantello nero altro non era che Antonio, il fratello di Elvira, che essendo un fuggitivo e un ricercato, si recava dalla sua adorata sorella di nascosto. Pietro impazzì completamente e dopo un anno morì sotto il peso della sua colpa. Dopo quest'avvenimento, gli abitanti del luogo hanno iniziato a vedere il fantasma di una donna con un abito bianco macchiato di sangue le cui urla risuonano in tutta la zona.
Liberata G.
Fonte: Daniela Mauro e Raffaella Balzano
Salve, siamo stati ieri al Rivolo di Meta, non conoscevamo il nome. Siamo arrivati via mare dalla barca e dopo aver nuotato fino alla spiaggia abbiamo trovato l'accesso. E' stato davvero suggestivo ma per rispetto non abbiamo passato alcun confine. E' priva di qualunque indicazione di proprietà privata e non si capisce se è in stato di abbandono o un proprietario c'è. Dalla strada si nota un giardino ben curato e qualche mese fa notai un agricoltore al suo interno. E' il proprietario? che è successo alla Villa? perchè è in quello stato? conosciamo la sua storia dopo la morte di Elvira? Grazie mille.
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