Passa ai contenuti principali

Sant'Agnello: culto e credenze

Con l'arrivo di Dicembre non posso non pensare a tutte le preparazioni  e ai riti che ci portano poi alle festività natalizie.

Da bambina aspettavo con ansia la festa di Sant'Agnello, per noi era tradizione comprare l'albero di Natale alla grande fiera che di solito c'è in occasione dei festeggiamenti del Santo. Quest'anno sarà tutto diverso, ma sarà l'occasione per ricordare quanto sia prezioso ciò che abbiamo e quanta felicità c'è nelle piccole cose.

Sant'Agnello è il Santo protettore della città di Sant'Agnello, ma è anche uno dei compatroni della città di Napoli, dove nacque e da dove si diffuse il culto. E' considerato un Santo dal carattere un po' difficile, è 'puntiglioso' e vendicativo con chi non rispetta il suo culto.

S. Aniello morì il 14 dicembre del 596 d.C. ed è ricordato per essere il protettore delle partorienti, essendo nato miracolosamente da una donna anziana. La madre di Agnello, Giovanna non riuscendo a concepire un figlio, si recò in pellegrinaggio per un mese intero alla vetusta edicola di Santa Maria Intercede sulla collina di Capo Napoli, perchè le fosse concessa la grazia poi ottenuta, di avere un figlio.

E' tradizione ed usanza ancora diffusa per le partorienti, recarsi in visita in una delle chiese dedicate al Santo il giorno della sua festa, il 14 dicembre. In passato era anche diffusa l'usanza di astenersi dal lavoro e dalle faccende domestiche, altrimenti si poteva incombere nella vendetta di S.Agnello: i nascituri potevano nascere senza un arto.

Queste credenze hanno dato vita a dei detti popolari molto diffusi in passato.

 " A Sant'Aniello nun tuccà né forbece né curtiello" (A Sant'Agnello non toccare né forbici né coltelli)

Bisognava  appunto non usare attrezzi da lavoro, astenersi dal lavoro per andare a messa. Anche i mariti restavano a casa a controllare che le mogli non toccassero oggetti appuntiti.

 "Dicette S. Aniello 'a copp' o' fenestiello: mo futtiteve puverielle" 

 Disse S.Agnello dalla finestra: ora tenetevela poverelli" in riferifento al carattere vendicativo del Santo nei confronti di chi non rispettava o era indifferente al suo culto.

"Dicette Santa Lucia: e me feratevenne ma e fratemo Naniello tremmatevenne"

Santa Lucia, celebrata il 13 dicembre, in passato era considerata la sorella di Sant'Agnello, lei disse: "di me non vi preoccupate, ma di mio fratello Agnello tremate"

Anche Santa Lucia ci avverte di rispettare il culto di Sant'Agnello.

C'è un altro detto riguardante il 13 e 14 dicembre ma fa riferimento alla luce del sole.

"A Santa Lucia nu pass' e' gallina"

"A Sant'Aniello nu ' pass' e' pecuriello"

Il 13 e 14 dicembre le giornate iniziano pian piano, a passo di gallina e a passo di pecorella, ad allungarsi.


Se conoscete altri detti riguardanti il Santo potete aggiungerli nei commenti, adoro imparare cose nuove. 

fonte sul culto: articolo prof  Enzo Puglia 'il culto di Sant'Agnello' n3 della Terra delle Sirene

ph dal web




Commenti

Post popolari in questo blog

Il fantasma del Rivolo di Meta

Sono tante le case e le zone infestate dai fantasmi nella nostra Penisola, ma la storia che sto per raccontarvi è forse una delle più intriganti, la zona è ancora avvolta nel mistero e la proprietà ancora abbandonata nonostante la sua bellezza. Parliamo del fantasma del Rivolo di Meta. In tanti sostengono di aver visto il fantasma, delle strane luci o di aver sentito nella notte le urla strazianti di una donna. Questa storia è ambientata agli inizi del 1700, al tempo della congiura di Macchia. Questa rivolta coinvolse molti nobili napoletani e della Penisola Sorrentina che avevano pensato di ribaltare il governo vicespagnolo favorendo gli Asburgo d'Austria. La congiura fallì e sui cospiratori caddero condanne a morte e di esilio. Tra i congiurati vi era anche Antonio De Martino, appartenente ad una nobile famiglia di Meta, che fu condannato all'esilio. Antonio era legatissimo a sua sorella Elvira, da piccoli avevano perso i genitori ed erano cresciuti sostenendosi a vicenda. El

Detti e modi di dire dell'Isola Azzurra

Non potevano mancare all'appello i detti Capresi. Grazie agli amici e colleghi @Be Caprese per averli condivisi con noi! Partiamo dal mio preferito: 1. Bai Bai dicette u'nglese bye bye (ciao ciao) disse l'Inglese. L'inglese in questione è Sir Thorold, uno dei primi residenti stranieri sull'isola nel Settecento. L'espressione viene utilizzata per rinviare qualcosa, in quanto lui per sfuggire a situazioni scomode liquidava tutti con Bye Bye. La storia di sir Thorold è molto interessante, ci ritorneremo in futuro.  2. Me par' a varca d'à puzzulana Mi sembri la barca della pozzolana. Si dice di una persona molto lenta, in riferimento alla barca che portava la pozzolana a Capri che era lentissima. 3.Gratìs murette Gratis morì. Gratìs era il soprannome di un pittore e ballerino tedesco Julius Hans Spiegel, che viveva a scrocco, aveva il vizio di non pagare mai. Anche di questo personaggio vi racconterò prossimamente. 4.'O grecale, se ne fujono 'e pisce

Il Cavaliere di Meta

 Ieri per paura che ci confinassero nei nostri comuni, ci siamo concessi una passeggiata alla marina di Meta. "Chiude" la ex cava della Conca lo scoglio del Cavaliere, ma sapete perché lo scoglio si chiama così? In realtà lo scoglio si chiama Scoglione ed era un grosso faraglione, parte di esso fu fatto saltare per creare un attracco più agevole ai pontoni che venivano a caricare pietre nella cava. Lo scoglio è però legato alla storia di un personaggio misterioso di Meta. Era un nobile uomo, un marchese in povertà, si chiamava Persichetti. Viveva da solo in un piccolo monazeno della marina, dove conservava vecchi cimeli di famiglia, una sciabola, un'armatura, qualche altro oggetto e una macchina fotografica. Veniva chiamato da tutti il Cavaliere. Campava aiutato dalla generosità dei pescatori e degli abitanti della marina. Era un uomo molto riservato, parlava poco e per cercare di ricambiare l'aiuto ricevuto raccoglieva il sale nella zona dietro lo Scoglione. Un gio