Passa ai contenuti principali

Detti Sorrentini (Prima Parte)

I detti popolari nati da inamicizie, invidie o magari da amori non ricambiati sono davvero tanti. Questi modi di dire nascono spesso dalle malelingue o da una sventura capitata a qualcuno che poi ha voluto vendicarsi.

E' simpatico ricordarli facendo parte ormai della nostra tradizione orale.

Uno dei detti più conosciuti e usato tutt'oggi è:

1.Massa saluta e passa, e si te firme, 'o ttuio 'nce lasse.

(Massa saluta e passe, se ti fermi ci lasci qualcosa)

Questo detto ha diverse interpretazioni, vuol dire evitare investimenti a Massa?

o come suggerisce il nostro Francesco Saverio Mollo, se ti fermi ci lasci il tuo cuore? 

o ancora non avere niete a che fare con i Massesi?

Da Massese suggerisco la seconda ipotesi :-)

2. Sant'Ata, 'o figlio nun conosce 'o pate.

(a Sant'Agata il figlio non conosce il padre)

Il detto ci invita a non avere a che fare con persone di Sant'Agata perchè sono capaci anche di rinnegare i propri genitori.

3.Vacche e' Massa nun accattà, femmene e' Meta nun piglià, e si proprio ll' jà piglià, cchiù dell'Angelo nun passà.

(mucche di Massa non comprare, donne di Meta non sposare, e se proprio devi farlo, non devi scendere più giù dell'Angelo)

Le mucche di Massa chissà per quale motivo non bisognava acquistarle, invece sappiamo che erano richiestissime soprattutto nella Capitale del Regno. (vedi post su 'Via Porta di Massa')

Le donne in generale, non godevano di una buona reputazione, quelle di Meta si diceva erano predisposte al tradimento perchè i loro mariti erano marittimi, quindi mancavano da casa per lunghi periodi, L'Angelo del detto fa riferimento alla Chiesa degli Angeli Custodi, quindi si invita a maritare una donna che non abita nei pressi della marina.

Questo detto ha una variante.

4.Vacche e' Massa nun accattà, femmene e' Meta nun piglià, a Seiano nun te votà, a Vico 'e truove bbone e sapurite.

(mucche di Massa non comprare, donne di Meta non sposare, a Seiano non voltarti, a Vico le trovi belle e buone)

Il detto ci invita inoltre a non voltarsi proprio a Seiano, ma a Vico ci garantisce ci sono le donne migliori.

sarà stato un detto di una Vicana :-)

5. Surriento: 'na conca d'or chine e serpienti

(Sorrento: una conca d'oro piena di serpenti)

Sorrento bellissima cittadina ma il detto paragona gli abitanti ai serpenti, quindi attenzione.

6. Caruotto e' comm' a' nu tin, chello che faje a' sera se sape a'  matina.

(Carotto, antico nome di Piano di Sorrento, è come un tino: quello che si fa la sera si sa di mattina)

Bè questo detto direi che è comune a tutti i paesi della Penisola e non solo.

7. A gent' e' SAnt'Aniello cammin' ncoppa a sciora e nun lascia pedate.

( gli abitanti di sant'Agnello camminano sulla farina e non lasciano pedate)

Il detto ci dice di fare attenzione ai Santanellesi perchè imbrogliano senza lasciare traccia.

Una versione più gentile del detto si riferisce ad una disputa tra  le Carottesi e le Santanellesi.

Le donne di Sant'agnello camminano senza lasciare traccia perchè sono leggere.


Per oggi è tutto ma i detti non finiscono qui...a domani 

L.G.

fonte: Terra delle Sirene n.3 Tommaso di Prisco


Commenti

Post popolari in questo blog

Il fantasma del Rivolo di Meta

Sono tante le case e le zone infestate dai fantasmi nella nostra Penisola, ma la storia che sto per raccontarvi è forse una delle più intriganti, la zona è ancora avvolta nel mistero e la proprietà ancora abbandonata nonostante la sua bellezza. Parliamo del fantasma del Rivolo di Meta. In tanti sostengono di aver visto il fantasma, delle strane luci o di aver sentito nella notte le urla strazianti di una donna. Questa storia è ambientata agli inizi del 1700, al tempo della congiura di Macchia. Questa rivolta coinvolse molti nobili napoletani e della Penisola Sorrentina che avevano pensato di ribaltare il governo vicespagnolo favorendo gli Asburgo d'Austria. La congiura fallì e sui cospiratori caddero condanne a morte e di esilio. Tra i congiurati vi era anche Antonio De Martino, appartenente ad una nobile famiglia di Meta, che fu condannato all'esilio. Antonio era legatissimo a sua sorella Elvira, da piccoli avevano perso i genitori ed erano cresciuti sostenendosi a vicenda. El

Detti e modi di dire dell'Isola Azzurra

Non potevano mancare all'appello i detti Capresi. Grazie agli amici e colleghi @Be Caprese per averli condivisi con noi! Partiamo dal mio preferito: 1. Bai Bai dicette u'nglese bye bye (ciao ciao) disse l'Inglese. L'inglese in questione è Sir Thorold, uno dei primi residenti stranieri sull'isola nel Settecento. L'espressione viene utilizzata per rinviare qualcosa, in quanto lui per sfuggire a situazioni scomode liquidava tutti con Bye Bye. La storia di sir Thorold è molto interessante, ci ritorneremo in futuro.  2. Me par' a varca d'à puzzulana Mi sembri la barca della pozzolana. Si dice di una persona molto lenta, in riferimento alla barca che portava la pozzolana a Capri che era lentissima. 3.Gratìs murette Gratis morì. Gratìs era il soprannome di un pittore e ballerino tedesco Julius Hans Spiegel, che viveva a scrocco, aveva il vizio di non pagare mai. Anche di questo personaggio vi racconterò prossimamente. 4.'O grecale, se ne fujono 'e pisce

Il Cavaliere di Meta

 Ieri per paura che ci confinassero nei nostri comuni, ci siamo concessi una passeggiata alla marina di Meta. "Chiude" la ex cava della Conca lo scoglio del Cavaliere, ma sapete perché lo scoglio si chiama così? In realtà lo scoglio si chiama Scoglione ed era un grosso faraglione, parte di esso fu fatto saltare per creare un attracco più agevole ai pontoni che venivano a caricare pietre nella cava. Lo scoglio è però legato alla storia di un personaggio misterioso di Meta. Era un nobile uomo, un marchese in povertà, si chiamava Persichetti. Viveva da solo in un piccolo monazeno della marina, dove conservava vecchi cimeli di famiglia, una sciabola, un'armatura, qualche altro oggetto e una macchina fotografica. Veniva chiamato da tutti il Cavaliere. Campava aiutato dalla generosità dei pescatori e degli abitanti della marina. Era un uomo molto riservato, parlava poco e per cercare di ricambiare l'aiuto ricevuto raccoglieva il sale nella zona dietro lo Scoglione. Un gio